Lo scorso 17 Ottobre siamo stati invitati a Bologna dalla Fondazione MAST per l’inaugurazione della sesta edizione di Foto/Industria, l’unica biennale al mondo di fotografia dell’industria e del lavoro. Sotto la direzione di Francesco Zanot, dodici artisti espongono le proprie opere in diverse location storiche della città, accomunati da un unico tema: l’industria del gioco. Non a caso la mostra si intitola proprio GAME e pone l’accento su tutte le sfaccettature del settore industriale del gioco che, ad oggi, ha assunto proporzioni senza precedenti. In mostra troverete scatti che immortalano luna park per bambini, casinò, giochi di ruolo, videogame metafore di temi attuali e rilevanti nella nostra società.

Una mostra itinerante

Il percorso fotografico si snoda in dieci tappe nel centro storico di Bologna e alla Fondazione MAST. Anche la mostra in corso di Andreas Gursky entra a far parte della Biennale Foto/Industria come prima tappa dell’itinerario. Qui troverete una simpatica mappa da poter consultare e seguire per trovare tutti gli allestimenti artistici, una vera e propria caccia all’arte contemporanea tra le strade bolognesi. Vi avvisiamo subito: indossate scarpe comode perché l’intero percorso è fatto per chi ama camminare. Noi lo abbiamo visitato in un solo pomeriggio, percorrendo circa dieci chilometri! La fatica vale la pena, perché grazie a Foto/Industria abbiamo scoperto una Bologna nuova, fatta di palazzi storici e scorci meravigliosi.

Cosa farai quando sarai a Bologna?

Qualora non riusciate a compiere l’intero percorso, vi consigliamo di fare tappa nello splendido Palazzo Magnani, nella Ex Chiesa di San Mattia, nello storico Spazio Carbonesi osservando gli affreschi sulle volte, nel Museo Civico Archeologico dove vale la pena scattare qualche foto nel patio d’ingresso e nella particolare location di Palazzo Vizzani. 

Le fiere berlinesi negli scatti di Zille

La nostra prima tappa è stata presso la Casa Saraceni in Via Farini dove sono esposte le fotografie di Heinrich Zille, noto illustratore e grafico berlinese del Novecento. Giunta direttamente dalla Berlinische Galerie, la serie fotografica Berlin Funfair viene realizzata nei primi del secolo scorso presso la città di Berlino, animata dalle fiere che offrivano leggerezza e svago dalla vita operaia degli abitanti.

Zille immortala i sorrisi delle persone, le giostre colorate, i manifesti dell’epoca destinati ad essere scoperti solo 37 anni dopo la sua morte. Infatti, le fotografie rimasero sepolte nel suo appartamento di Berlino-Charlottenburg fino al 1966, quando attrassero l’attenzione di tutto il mondo ricevendo riconoscimenti internazionali.

Oggi la Casa Saraceni di Bologna ospita queste meravigliose foto d’epoca che hanno il potere di trasportarci indietro nel tempo, in una Berlino diversa che, di lì a poco, avrebbe conosciute l’industrializzazione e due guerre mondiali.

I parco giochi di notte sono luoghi spettrali

Continuando il nostro walk tour, Graziano è stato attratto dagli scatti di Linda Fregni Nagler, fotografa svedese che porta in scena la serie fotografica Playgrounds. L’artista pone l’attenzione sui parco giochi durante le ore notturne, i suoi scatti in bianco e nero trasmettono una strana inquietudine alla quale pensiamo spesso.

Quante volte è capitato di osservare un parco giochi di notte e provare paura? Forse siamo stati vittime di troppi film horror! Se di giorno gli scivoli e le ruote panoramiche appaiono colorate e colme di bambini felici, durante la notte diventano luoghi abbandonati e misteriosi. A noi gli scatti hanno ricordato una metafora delle due facce del gioco d’azzardo: colorato e luminoso capace di attrarre le persone a tentare la propria fortuna; spettrale e pericoloso quando le luci si spengono e non rimane altro che la dipendenza dal gioco.

Playgrounds trasforma soggetti ludici in vere e proprie opere inquiete, volte a far riflettere il pubblico, nella splendida cornice di Palazzo Boncompagni.

Una ex chiesa trasformata in biblioteca

Tra le ultime tappe, ci siamo innamorati follemente della Biblioteca d’arte e di storia, nata all’interno della Chiesa di San Giorgio in Poggiale risalente alla fine del 1500. Acquisita dalla Cassa di Risparmio in Bologna, fu sottoposta a un accurato restauro e riaperta al pubblico nel 2009 come biblioteca custode dell’ampio patrimonio librario della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.

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Oggi sull’altare sorge una pila di libri e nelle navate librerie e tavoli di consultazione. Probabilmente se vivessimo a Bologna, verremmo a studiare qui. In questa location è stata allestita la mostra fotografica di Hicham Benohoud. Il progetto La Salle de classe viene realizzato tra il 1994 e il 2000, quando l’artista lavora come insegnante d’arte in una scuola di Marrakech. I protagonisti degli scatti sono i suoi studenti, immortalati come marionette intenti a compiere azioni stravaganti e giocose.

Eppure non è l’unica mostra di Foto/Industria ad essere allestita in un luogo così particolare, infatti anche la collettiva Automated Photography sorge all’interno della Ex Chiesa di San Mattia, luogo suggestivo e che vale la pena visitare. 

Un appuntamento da non perdere

Foto/Industria 2023 rimarrà tra le strade di Bologna fino al 26 Novembre, noi l’abbiamo visitata in anteprima e crediamo sia l’occasione perfetta per conoscere artisti contemporanei e luoghi storici, spesso sconosciuti al grande pubblico di turisti che sosta in Piazza Maggiore. Vi abbiamo consigliato le nostre tappe preferite e i luoghi che vale la pena visitare a Bologna, ora non dovete far altro che raggiungere una delle sedi, prendere la mappa e iniziare il vostro walk tour. 

Graziano e Federica
Hola siamo Graziano e Federica, due viaggiatori che hanno unito la propria vita nelle passioni e nel lavoro facendone un viaggio unico. Ci siamo conosciuti ad un colloquio di lavoro, che avremmo lasciato entrambi da li a breve, e dopo quindici giorni abbiamo prenotato il nostro primo viaggio insieme. Amiamo le cose colorate, i profumi del buon cibo e scoprire ogni giorno posti nuovi. La nostra casa è l’unione tra il design lineare scandinavo e lo spirito bohéme parigino.
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