Lo scorso 18 Aprile il Museo di Arte Contemporanea Donnaregina (MADRE) di Napoli ha inaugurato la mostra Euforia Tomaso Binga, a cura di Eva Fabbris con Daria Khan. Visitabile fino al 21 Giugno, la mostra è la più grande retrospettiva museale dedicata all’artista, infatti presenta i quaranta anni della sua produzione attraverso più di centoventi opere tra installazioni, fotografie, collage, documenti, testimonianze di performance, provenienti da musei e collezioni private.
Prima della visita, non conoscevamo l’arte di Tomaso Binga e siamo rimasti notevolmente stupiti dalle sue installazioni colorate e eclettiche, le quali spesso analizzano il ruolo della donna nella società.

Tomaso Binga: un nome da uomo per una donna
Tomaso Binga è il nome d’arte di Bianca Pucciarelli Menna, nata a Salerno nel 1931 e che, dal 1971, ha scelto di entrare nel mondo dell’arte con uno pseudonimo maschile per evidenziare i privilegi di cui gli uomini godono anche in campo artistico.
Attraverso la scrittura fonetico-sonora-performativa (di cui è una delle protagoniste assolute in Italia) esprime il corpo femminile, giocando con le parole e con le immagini. In una delle opere esposte notiamo un dado con sei facce e la scritta “donna-dado”, ogni faccia del dado è dedicata ad una parola che qualsiasi donna si è sentita dire almeno una volta nella vita: sei mia, sei donna, dei sesso, sei madre, sei vergine, sei prostituta. Queste parole così come altre che troverete nel percorso mostra scuotono l’attenzione dei visitatori, facendoci riflettere ancora una volta sul delicato ruolo della donna nella società.

L’importanza della parola si riflette anche sul titolo della mostra “Euforia”, parola universale sotto il punto di vista fonetico e amata da Binga perché contiene tutte le vocali dell’alfabeto. Euforia rappresenta quindi un manifesto, uno stato d’animo, un modo di fare arte ricco di vitalità ma privo di frivolezza.

Un allestimento circolare
L’esposizione si snoda con un percorso tematico nelle diciotto sale del terzo piano del Museo MADRE di Napoli, con un allestimento sperimentale dal tracciato circolare ideato dal collettivo Rio Grande. La mostra ha due ingressi paralleli situati nella prima sala: il visitatore può scegliere di entrare a destra o a sinistra, entrambi i percorsi sono tracciati da una linea rosa e una rossa, che corrono parallelamente tra le sale congiungendosi a metà del percorso.

Il museo MADRE di Napoli
Il MADRE – Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina – è uno dei principali centri dedicati all’arte contemporanea nel sud Italia. Situato nel cuore del centro storico di Napoli, in via Luigi Settembrini 79, occupa l’ottocentesco Palazzo Donnaregina, a pochi passi dal Duomo e dal Museo Archeologico Nazionale. Inaugurato nel 2005, il MADRE si estende su tre piani, offrendo spazi espositivi, una biblioteca, una mediateca, un bookshop e una caffetteria.
Insieme alla mostra dedicata a Tomaso Binga, è possibile visitare la collezione permanente del museo che include opere di artisti di fama internazionale come Anish Kapoor, Jeff Koons, Sol LeWitt e il Cavallo di Mimmo Paladino situato sul tetto dell’edificio che scruta Napoli. Tra le installazioni site-specific più note spicca “Axer/Désaxer” di Daniel Buren, realizzata nel 2015 per il decennale del museo, che trasforma l’atrio del MADRE in una grande opera immersiva di colori e specchi, è impossibile non scattare una foto qui.


Ad accompagnare la mostra “Euforia Tomaso Binga” ci saranno anche laboratori creativi per bambini, concepiti dal Dipartimento Educativo del museo Madre, con l’intento di educare le nuove generazioni all’arte; e un calendario di appuntamenti gratuiti, compresi nel biglietto di ingresso del museo, che proseguiranno fino al 21 Giugno 2025.
Il MADRE non è solo un museo, ma un punto di riferimento culturale che promuove l’arte contemporanea attraverso mostre, eventi e attività educative, contribuendo attivamente alla vita culturale di Napoli e della Campania.
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