Eravamo all’ultimo giorno di viaggio in Uzbekistan, ci svegliamo e Federica non si sentiva molto bene, nonostante il ciclo di probiotici che prendevamo da giorni. Due settimane con plov, carne e 40° si facevano sentire.
A Khiva alloggiavamo all’Hotel New Star Boutique, un antico caravanserraglio restaurato e trasformato in hotel, con tanto di minareto privato dove salire a guardare il tramonto… con un po’ di attenzione ai scalini ripidi! Cerchiamo di riprendere le forze per il nostro ultimo giorno e decidiamo di avventurarci in un tour in giornata alla scoperta delle fortezze Ayaz Kala, Kyzil Kala e Toprak Kala nella Repubblica Autonoma del Karakalpakstan, raggiungibili in circa 2 ore di auto dal centro storico di Khiva. A guidarci è Hamzarat, un signore sulla quarantina con cui abbiamo fatto subito amicizia.
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Karakalpakstan, la regione dimenticata dell’Uzbekistan
Le tre fortezze dell’itinerario si trovano nella regione del Karakalpakstan, una repubblica autonoma uzbeka situata nell’ovest del paese che si estende fino al Lago d’Aral, conosciuta per essere la zona più remota e meno sviluppata del paese. Infatti, durante il nostro viaggio in auto da Bukhara a Khiva e da Khiva alle fortezze del deserto, abbiamo notato subito la differenza appena varcato il confine della Repubblica autonoma: strade dissestate, abitazioni fatiscenti, campi di cotone poco curati e persone bisognose ai lati delle strade.
La capitale, Nukus, è la città più vicina per raggiungere la zona del Lago d’Aral, un tempo tra i laghi salati più grandi al mondo. Negli ultimi decenni, il lago è diventato simbolo di uno dei peggiori disastri ambientali causati dall’uomo. A partire dagli anni ’60, i fiumi Amu Darya e Syr Darya, che alimentavano il lago, sono stati deviati per progetti agricoli intensivi, in particolare per la coltivazione del cotone. Questo ha causato un drastico abbassamento del livello dell’acqua, lasciando dietro di sé vaste distese di terra salata e desertica, oggi conosciute come il deserto di Aralkum.
Il Karakalpakstan ha subito gravi conseguenze ambientali, sanitarie ed economiche da questo disastro. L’industria della pesca, un tempo fiorente, è completamente collassata, lasciando molte comunità senza mezzi di sostentamento e obbligate a migrare altrove. Per questo motivo il Karakalpakstan rivendica la sua autonomia da uno stato che ha permesso una crisi ambientale così drastica.
Percorrere queste strade tra fossi e desolazione fa riflettere molto sul precario equilibrio ambientale del nostro pianeta.
Ayaz Kala e il campo yurte nel deserto
La nostra prima tappa è l’antica fortezza di Ayaz Kala, nel cuore del deserto di Kyzylkum, una delle più straordinarie testimonianze dell’antica civiltà corasmia. Costruita tra il IV secolo a.C. e il VII secolo d.C., questa struttura difensiva domina il deserto e oggi rimangono solo le rovine del suo splendore.
Alle pendici sorge uno dei campi yurte più famoso del paese, abbiamo fatto una piccola pausa qui, dove la signora ci ha accolti con tè e biscottini, come fossimo suoi nipoti. Le yurte sono tradizionali abitazioni nomadi, semplici ma accoglienti, con tappeti colorati e cuscini ricamati all’interno. Una delle attività più caratteristiche da fare in Asia Centrale è proprio trascorrere una notte all’interno di una di queste, godendosi la cucina tipica uzbeka e il contatto con la natura circostante.
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In Uzbekistan i camping più famosi sono vicino alla fortezza di Ayaz Kala, raggiungibile da Khiva come abbiamo fatto noi, e sulle sponde del lago Aydar, raggiungibili da Samarcanda. Nonostante la zona di Ayaz Kala si trovi nel deserto, dobbiamo ricordare che l’Uzbekistan è un paese piuttosto freddo, con neve e ghiaccio nella stagione invernale, quindi consigliamo vivamente di raggiungere questo luogo durante la stagione mite.
Kyzil Kala la fortezza rossa
Con un po’ di nostalgia, salutiamo la signora del campo yurte e i cammelli solitari, ripartiamo verso la seconda tappa: Kyzil Kala, la “Fortezza Rossa”. Costruita tra il I e II secolo d.C. e successivamente restaurata nel VII secolo, la fortezza si presenta oggi con alte mura e bastioni angolari.
La bellezza di queste fortezze sta proprio nel silenzio del panorama circostante, è come fare un tuffo nel passato all’epoca delle incursioni nemiche. Ogni volta che si guarda l’orizzonte sembra di scorgere qualcuno o qualcosa di nuovo. Non ci sono strutture turistiche vicino Kyzil Kala, ma la vicinanza al campo yurte di Ayaz Kala permette di includerla agevolmente in un itinerario giornaliero.
Ultima tappa: Toprak Kala
La terza e ultima tappa è la fortezza di Toprak Kala, considerata uno dei siti archeologici più importanti dell’Uzbekistan. Nel III secolo d.C. svolgeva il ruolo di grande città-fortezza e centro amministrativo del regno di Khorezm.
Con i suoi palazzi, templi, magazzini e abitazioni residenziali, rappresenta un raro esempio di urbanistica dell’epoca pre-islamica in Asia centrale. Anche se parte della struttura è ormai in rovina, camminare tra le sue mura ancora visibili regala una chiara percezione della grandezza dell’antica città. Anche in questo caso, la primavera e l’autunno sono i periodi migliori per l’esplorazione, mentre nei mesi estivi il caldo può essere limitante, noi abbiamo sofferto un po’ per fortuna c’era tanto vento!
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Sulla strada del ritorno, il Hamzarat decide di fare tappa sul Lago Akhchakol. Scesi dall’auto troviamo davanti a noi un luogo di villeggiatura abbandonato, con pedalò arrugginiti e pochi comfort. Nonostante tutto era pieno di famiglie che si godevano la giornata estiva sulla riva, in quel momento così straniante per la nostra concezione occidentale di “vacanza”.
Hamzarat si allontana un attimo e torna con una busta contenente dei gelati per noi, è stato uno dei tanti gesti amicizia e cordialità che abbiamo ricevuto dalla popolazione uzbeka, se non il più bello! Ogni persona incontrata in viaggio si è dimostrato accogliente, umile e pronta ad aiutarci, forse è proprio questo dettaglio che ha reso indimenticabile la nostra avventura in Uzbekistan.
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