Mi ero ripromesso che la mia terza volta a Parigi sarebbe stata quella definitiva, non l’ho fatto, forse perché all’epoca della promessa non mi ero ancora innamorato di Roma. Parigi è una città che con il suo fascino e la sua storicità ti resta nel cuore.

Abbiamo organizzato questo week end insieme a un’altra coppia di viaggiatori, si sarebbero uniti a noi il giorno seguente al nostro arrivo. Io e Federica siamo arrivati un giovedì nel primo pomeriggio, essendo ormai di casa e conoscendo praticamente buona parte dei trasporti di Parigi arrivare al nostro hotel in zona Montmartre è stato semplicissimo, fermata: Place de Clichy.

Il tempo di fare il check-in e posare le valigie e già eravamo in strada per salire al Sacré-Coeur, uno dei nostri posti preferiti di Parigi, come tutta la zona di Montmartre e Pigalle, perché è qui che sono vissuti gli artisti, è qui che è nato il pensiero artistico contemporaneo.

Incontri inaspettati tra Montmartre e Pigalle

Mentre salivamo le lunghe scalinate del quartiere Montmartre, tra i vicoli poco illuminati dai lampioni parigini, sentiamo una voce che chiama “Graziano!”, io mi fermo di botto e riconosco questo ragazzo, era Carmine, un mio compaesano. Una coincidenza pazzesca! Anche lui e la compagna Adina avrebbero soggiornato a Parigi quel fine settimana. Loro scendevano e noi salivamo e tra una chiacchiera e l’altra ci siamo resi conto che non avevano minimamente visto la Basilica del Sacro Cuore. Ci siamo proposti di fare da ciceroni e abbiamo trascorso l’intera serata in un bistrot di Montmartre, tra consigli di viaggio e racconti vari.

A notte inoltrata torniamo verso l’albergo passando per Pigalle, il quartiere a luci rosse di Parigi, che dall’Ottocento ad oggi mantiene ancora il suo spirito libertino, e si sa che quando si alza un po’ troppo il gomito si possono verificare più facilmente degli inconvenienti. Federica non dimenticherà mai di essere stata letteralmente abbordata da una ragazza poco sobria che la pregava di imboscarsi in un bagno pubblico con lei. Ci abbiamo messo un po’ a farle capire che non era interessata e che io ero il ragazzo. Ebbene sì, Parigi non è solo la città della Torre Eiffel, accade anche questo!

Musée d’Orsay: il cuore dell’Impressionismo

Il giorno seguente la nostra sveglia suona presto, prendiamo una metro direzione Museo d’Orsay, fermata Solférino, ovviamente prima di arrivare non abbiamo rinunciato ad una tappa in boulangerie presso Rue de Bellechasse per la colazione. Amiamo la pasticceria francese ed ogni volta che abbiamo l’occasione di venire in Francia la colazione diventa un’esperienza sensoriale. Tra l’altro abbiamo da poco scoperto che a pochi passi da casa, nel cuore di Trastevere, c’è Le Levain una delle pasticcerie francesi più famose d’Europa e dobbiamo ammettere che i suoi dolci sono deliziosi.

Nelle mie tante volte a Parigi non avevo mai avuto l’occasione di visitare il Museo d’Orsay, quindi essere lì per la prima volta suscitava in me un certo entusiasmo, quello tipico delle prime volte. Il Museo ospita la più grande collezione d’arte impressionista al mondo, questi dipinti hanno l’incredibile potere di trasportarti nelle atmosfere dell’epoca (Prenota qui).Una colazione nei giardini ottocenteschi parigini con Manet, una passeggiata nei campi di grano di Van Gogh, le notti brave di Toulose-Lautrec e tanti altri nomi come Cezanne, Gauguin, Courbet che fanno venire la pelle d’oca a chi ama l’arte come noi. 

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Modigliani mon amour

Usciti dal mondo impressionista, ritorniamo nella Parigi contemporanea per raggiungere un luogo insolito: Rue Campagne Première, 31 in zona Montparnasse. Probabilmente questo indirizzo vi dirà poco o niente, ma nella palazzina al civico 31 ha vissuto l’ultimo artista bohème, il genio Amedeo Modigliani, il mio artista preferito che ha ispirato tanto della mia produzione artistica.

Durante il suo periodo parigino, conclusosi con la sua morte, Modigliani abitava qui nella miseria più assoluta. Ora in questa strada sorgono palazzine residenziali di alto livello, servizi di ogni genere, parchi pubblici, ma prima Montparnasse era ben diversa.

Se amo Parigi e amo l’arte è grazie a Modigliani, nella sua breve vita ha lasciato un patrimonio artistico unico ed è riuscito a rivoluzionare totalmente il concetto dell’arte, rifiutando ogni forma di conformismo e andando per la sua tortuosa e meravigliosa strada.

Shakespeare e Notre-Dame

Proseguiamo la nostra passeggiata passando dai Giardini di Lussemburgo, uno dei parchi più belli della città, vicino all’ Île de la Citè, direzione Shakespeare and Company, la libreria che attrae migliaia di turisti ogni giorno.

Abbiamo voluto fortemente visitare questo luogo in stile bohémien, consigliataci da una cara amica parigina, dove all’interno è possibile trovare migliaia di libri nuovi ed usati. Unica nota: c’è da fare un po’ di fila ed è vietato scattare fotografie, ma vi assicuriamo che varrà la pena entrare. All’interno potrete trovare libri in inglese di qualunque genere e una fantastica sala lettura al piano superiore che affaccia su Notre-Dame.

Da qualche anno la vista sulla cattedrale intristisce più di un visitatore, vederla distrutta e in restauro dopo l’incendio del 2019 per noi è stata un colpo al cuore. Ricordo le immagini che passavano in TV, minuto dopo minuto l’incendio inghiottiva uno dei simboli più belli di Parigi e io non smettevo di piangere. Ho avuto la fortuna di visitare più volte Notre-Dame e di salire fin sul tetto che ora non esiste più, fermo davanti la facciata ho capito quanto sia prezioso visitare le meraviglie del mondo e quanto nulla sia eterno. Di Notre-Dame mi rimangono una manciata di ricordi. 

La notte a Pigalle

Metro Cité, cambio a Barbès-Rochechouart, fermata Pigalle. Rientrando ci siamo fermati in questo posto coloratissimo e dal carattere underground incastrato tra due palazzi: il Pigalle Basketball Court, un campo da basket dove è possibile trascorrere del tempo giocando con altri ragazzi del posto. Premetto che non ho particolari doti sportive, eppure mi sono lanciato riuscendo a centrare qualche tiro al canestro.

Arrivata sera, attendiamo l’arrivo di Maria Grazia, mia cugina, e Lorenzo i nostri amici viaggiatori, per poi dirigerci insieme in un bistrot, cenando e sorseggiando del buon vino francese. Parliamo delle nostre vite, dei mesi passati in cui non ci siamo visti e di quello che, un mattoncino alla volta, stiamo costruendo. Il tempo passa inesorabilmente e il calore dell’interno crea degli aloni sulle vetrine, dove la luce fioca dell’esterno si mischia ai fumi dell’alcol. Le nostre menti lontane da casa prendono il volo verso un futuro che ci fa meno paura.  

Sua maestà la Torre Eiffel

La mattina seguente è stato molto difficile il risveglio, il vino rosso francese e il freddo di dicembre parigino hanno trasformato le coperte in un mondo da cui non vorresti uscire mai. Nonostante Parigi fosse fuori ad aspettarci, il vero motivo che ogni mattina mi tira giù dal letto è sempre e solo uno: la fame. Facciamo colazione ad una boulangerie vicino il nostro hotel e prendiamo l’autobus per raggiungere il posto più iconico della città: la Torre Eiffel (Prenota qui).

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Nelle mie tante volte a Parigi credo di aver raggiunto questo luogo da ogni parte, questa volta da Trocadéro. La vista è sempre spettacolare ed ogni volta penso a cosa abbiano provato ai signorotti dell’ottocento nel vedere la costruzione di un’opera architettonica così maestosa per l’epoca. Un’opera che ci ha messo del tempo per farsi amare dai cittadini. Leggenda vuole che venne salvata da un solo voto del referendum che prevedeva lo smantellamento della torre. Come nel caso di Le Centre Pompidou, i parigini si dimostrano molto ostili alle novità, ma alla fine finiscono per amarle.

Place des Vosges

Saliamo nuovamente in metro, prossima fermata Chemin Vert, un luogo al quale sono molto affezionato perché la prima volta a Parigi con i miei genitori alloggiavamo in un hotel in Rue Amelot e la fermata metro era proprio questa.

Qui scoprii il mio posto nel mondo, quello in cui stai bene, dove tutto è perfetto e dove vorresti tanto comprarti casa: Place des Vosges. Una piazza idilliaca, con un parco pubblico, fontane che zampillano acqua, circondata da palazzi signorili e portici dove sorgono gallerie d’arte e cafè di altri tempi. Non so perché questo posto suscita in me un senso di tranquillità così forte, probabilmente perché è stato il primo luogo che vidi di Parigi, o forse perché qui si respira l’arte contemporanea, classica, europea e internazionale. Il silenzio di Place des Vosges mescola questi dettagli, mentre stai sdraiato sul prato ad osservare il cielo. 

La Felicità

Parigi, come tutta la Francia, è conosciuta per la nouvelle cuisine, ma questo non significa che non sia aperta alle cucine internazionali e sicuramente non poteva mancare quella dei cugini, ossia noi.

Sappiamo bene che mangiare all’estero cucina italiana, per noi italiani, diventa un gran bel problema, perché spesso dietro quella bandiera tricolore tutto c’è tranne che una tradizione culinaria italiana. Ci siamo dovuti ricredere con la scoperta di un posto, consigliato una nostra cara amica che ha vissuto per un periodo a Parigi, il suo nome è La Felicità e si trova in una zona non proprio centrale (Leggi l’articolo). Raggiungibile con la Metro linea 14 e la RER, fermata Bibliothèque François-Mitterrand, La Felicità vi affascinerà per la sua grandezza, il suo design e soprattutto il suo cibo. Si tratta di un’area food che offre diverse soluzioni di cibo, dalla pizza italiana ai burger, dalla colazione al dopocena. L’atmosfera è simile a quella di un festival di street food, colorata, disordinata ma incredibilmente bella. E la pizza è veramente buona, possiamo confermare!

Vista della città da Galeries Lafayette

La nostra visita a Parigi si è svolta a fine novembre, un periodo molto vicino al Natale che ci ha fatto vivere quell’aria frizzante e festosa, con luci scintillanti che adornano le strade e vetrine decorate con cura. Non potevamo farci sfuggire una visita a Galeries Lafayette, il centro commerciale storico della città.

Appena entrati rimaniamo incantati dalla cupola illuminata da mille luci e dal gigantesco albero di Natale, addobbato con decorazioni scintillanti e ornamenti preziosi. Decidiamo di salire all’ultimo piano, dove ci attende una vista spettacolare sulla città illuminata. La terrazza panoramica ad ingresso gratuito offre una vista mozzafiato sulla Torre Eiffel, sulla collina di Montmartre e sui tetti parigini, vi consigliamo di andarci con sciarpa e cappellino perché fa davvero freddo soprattutto nel periodo invernale. 

Wall of Love

Se non lo avete ancora capito, per la nostra millesima volta a Parigi abbiamo scelto un itinerario piuttosto insolito, basato sulle particolarità che conserva la città, tralasciando gli itinerari battuti dai turisti.

A pochi passi dal nostro alloggio a Montmartre, si trova il Wall of Love, o il Muro dell’Amore,  un’opera artistica situata nel giardino di Square Jehan Rictus, davanti la fermata Metro Abbesses. Questo murale, creato dagli artisti Frédéric Baron e Claire Kito, è composto da 612 piastrelle di colore blu, sulle quali si ripete la scritta “Ti Amo” in 311 lingue diverse. Un vero e proprio inno all’amore universale. Il muro, inaugurato nel 2000, è diventato rapidamente una delle attrazioni turistiche più romantiche di Parigi. La scelta di Montmartre non è casuale: il quartiere è da sempre associato all’arte e alla bohemia parigina, facendo del Wall of Love un perfetto simbolo della creatività e dell’amore.

La scritta italiana è molto facile da trovare ed è ad un’altezza perfetta per scattare una foto romantica!

Cosa farai quando sarai a Parigi?

Il cimitero di Pere Lachaise

Probabilmente stiamo parlando del cimitero più visitato al mondo, nonchè il più grande della città: Père-Lachaise. Qui sono sepolti molti personaggi noti, per citarne alcuni: Oscar Wilde, Proust, Maria Callas, Chopin. La visita al cimitero è riservata sempre a due personaggi che hanno segnato la mia vita durante il percorso di crescita personale ed artistica: Jim Morrison e Amedeo Modigliani.

Trovare la tomba di Jim Morrison non è difficile per via del grande flusso di fans che la circondano, per me lo è stato ancora meno visto che era la terza volta che la raggiungevo. Così come ogni volta il rituale è lo stesso: sto lì, metto le cuffie ed ascoltando Riders On The Storm mi lascio trasportare in un posto dove i pensieri si fanno leggeri, tutte le persone attorno a me spariscono ed improvvisamente scende una lacrima sul mio viso. Sto bene! La musica e la poesia sono delle armi potentissime, lo sapeva Jim e dobbiamo esserne consapevoli anche noi di questo.

Spostandomi di qualche centinaio di metri più in là, raggiungo la tomba di Modigliani, ben più difficile trovare tanto che la prima volta girai parecchio. L’usanza ebraica, essendo Modigliani ebreo, non condivide la monumentalità dei cimiteri moderni. In molti casi le sepolture, come qui a Père-Lachaise, sono una distesa di semplici lapidi orizzontali, con qualche stele scolpita. Accanto a Modigliani è sepolta sua moglie Jeanne Hébuterne, che si suicidò due giorni dopo la morte del marito per diseperazione. Una storia d’amore finita tragicamente su cui sono stati scritti molti libri e girati diversi film, tra questi vi consiglio I Colori dell’Anima.

Il Moulin de la Galette

Il Moulin de la Galette è uno dei simboli più belli del quartiere Montmartre, soprattutto per chi ha studiato arte. Situato in Rue Lepic, il mulino risale al XVII secolo e originariamente faceva parte di un insieme di mulini a vento utilizzati per macinare il grano.

Nel XIX secolo, il Moulin de la Galette divenne famoso come luogo di ritrovo per artisti, scrittori e bohemiens, trasformandosi in un popolare locale da ballo. Fu l’artista Renoir ad immortalare quell’atmosfera nel suo “Bal du Moulin de la Galette” e a restituirci un’opera unica che, ancora oggi, ci fa immergere in quel clima di festa, come se toccasse anche a noi ballare e conversare in francese.

Oggi, il Moulin de la Galette non è più in funzione, la sua struttura è stata restaurata e l’area circostante ospita un ristorante che porta lo stesso nome, offrendo ai visitatori un’esperienza culinaria immersa nella storia e nella cultura di Montmartre. Il mulino è un punto di riferimento pittoresco per chiunque sogni la Parigi impressionista, animata da artisti bohémienne e tanta leggerezza.

La visita al Moulin de la Galette è stata davvero fugace perchè, completamente immersi nel fascino e nella bellezza di Parigi, non ci eravamo resi conto di essere in ritardo per il nostro volo. Abbiamo raccolto le nostre cose e preso un taxi in una corsa frenetica attraverso la città.

Mentre sfrecciavamo per le strade parigine, il panorama dei monumenti illuminati ci salutava, un ultimo assaggio della magia che avevamo vissuto.

Arrivati all’aeroporto di Orly con il cuore che batteva all’impazzata, siamo riusciti a prendere l’aereo giusto in tempo. Mentre decollavamo, Parigi si allontanava sotto di noi, e pensavamo già all’itinerario per il nostro ennesimo ritorno.

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Graziano e Federica

Hola siamo Graziano e Federica, due viaggiatori che hanno unito la propria vita nelle passioni e nel lavoro facendone un viaggio unico. Ci siamo conosciuti ad un colloquio di lavoro, che avremmo lasciato entrambi da li a breve, e dopo quindici giorni abbiamo prenotato il nostro primo viaggio insieme. Amiamo le cose colorate, i profumi del buon cibo e scoprire ogni giorno posti nuovi. La nostra casa è l’unione tra il design lineare scandinavo e lo spirito bohéme parigino.
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